Motivare e Coinvolgere i collaboratori verso la crescita della propria azienda

Motivare per la crescita

Lo scorso 22 settembre, durante la sessione mensile della Swiss Business School, gli imprenditori si sono confrontati sul tema della motivazione dei collaboratori. Il dibattito ha preso le mosse proprio da un confronto sul significato della parola “motivare” e su quali siano le metodologie più efficaci per coinvolgere le persone. E già da questa prima suggestione sono emersi spunti molto interessanti:

  • Al collaboratore fa piacere ricevere apprezzamento per quello che ha fatto: è quindi fondamentale ringraziarlo per i buoni risultati che ha prodotto.
  • Il collaboratore ama ricevere formazione e coaching da parte del titolare o del diretto referente, sino a che non raggiunge l’autonomia. Per lui è molto gratificante stare prima sotto l’ala dell’imprenditore, poi sentirsi responsabilizzato verso i propri compiti e risultati.
  • Dare la possibilità di far contribuire il collaboratore, aprendo la comunicazione per ricevere idee ed iniziative. Per ottenere questo, è fondamentale ridurre la burocrazia dell’azienda, rendendo semplice e snello il contatto con chi ha potere decisionale e incentivando quindi la produzione delle idee.
  • Tutti i collaboratori, qualsiasi sia la loro posizione sull’organigramma, desiderano essere considerati, ed è quindi fondamentale organizzare periodiche riunioni con tutte le linee aziendali, al fine di rendere tutti informati di ciò che accade in azienda.
  • Calibrare lo stile di comunicazione, adeguandolo agli interlocutori ai quali si intende trasferire la comunicazione, di modo che tutto ciò che viene comunicato sia ben recepito da chi ne è destinatario.
  • Infine, una fonte fondamentale di motivazione è il coinvolgimento umano fra capo e collaboratore, che si manifesta con l’interesse vero del primo nei confronti dei problemi e delle necessità del secondo.

Il fattore tempo è stato il secondo nodo della discussione. Esiste una tempistica giusta nel valutare una risorsa che non sembra mostrare riscontri positivi e sembra resistere allo sforzo di coinvolgimento? Come in ogni attività imprenditoriale, anche nell’attività di coinvolgimento del collaboratore occorre stabilire un tempo massimo per ottenere il risultato. Giunti al termine, l’imprenditore deve avere il coraggio di stabilire se la persona abbia o meno reagito in modo positivo allo sforzo profuso. Certo, quando il processo di coinvolgimento della persona si conclude con un insuccesso, l’imprenditore tende a domandarsi se la responsabilità sia sua o se sia il collaboratore non adeguato all’azienda. Il fattore tempo aiuta anche nell’ottenere una risposta a questo quesito, osservando il mutare dell’atteggiamento della persona che è paradossalmente più importante dello sviluppo di competenza tecnica. Il talento del futuro, infatti, si svilupperà principalmente a partire dall’atteggiamento della persona, e non dalla sua attitudine tecnica.

Quando possiamo allora stabilire che una persona è motivata? Ci sono alcuni segnali rivelatori:

  • Quando non si è costretti a seguire la persona in ogni minimo dettaglio, quando essa opera quindi in autonomia per quanto lo permette la sua competenza, ed è proattiva.
  • Quando la persona si interfaccia con il suo diretto referente per risolvere problemi, comunica e affronta le situazioni anche se scomode.
  • Quando la persona manifesta intraprendenza.
  • Quando la persona chiede di poter fare di più.
  • Quando sprigiona entusiasmo nel raccontare dei suoi successi e risultati.

Da un ultimo, ma non certo per importanza, il gruppo ha cercato di definire quali siano le caratteristiche del bravo motivatore ed ha stabilito che è principalmente colui che sa riconoscere le qualità dietro l’apparenza nelle persone, e si applica nel metterle in evidenza così che queste aumentino conducendo a ottime performances.

Per eventuali approfondimenti non esitare a contarmi via mail scrivendo a : l.meroni@osmnetwork.ch

 

 

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